Ne quid nimis: stare nei limiti, al di là o al di qua dei quali ogni comportamento potrebbe subire uno svilimento nella sua verità.
Ciò vale per tutte le azioni, anche per quelle religiose, spesso trascinate in enfasi con ingredienti fortemente marcati, che chiudono il Mistero alle sorprese di Dio.
Oggi, più di ieri, molti hanno smarrito le vie del semplice e dell’ essenziale, per addentrarsi nell’ ampolloso e nello sfarzo, come se tutto dipendesse da esso.
Certamente crea non poco stupore, all’ interno delle chiese, la visione persino delle piccole cose e degli stessi movimenti, che, a tutti i costi, si vogliono vestire di solenni liturgie, facendo cosi cadere da essi ogni spontaneità.
Ed anche se non si può negare che tutto crea bellezza esteriore, è altrettanto vero che non tutti sentono il profumo della presenza di Dio.
Anzi, è più facile percepire l’ uomo nei suoi apparati sacri, che il Mistero, il quale si rivela solo mediante lo Spirito, nel cuore di chi vede ed ascolta.
Quanta attrazione genera Papa Francesco con la sua semplicità e, soprattutto, con l’assenza delle esteriorità, che quasi sempre tarpano le sorprese dello Spirito?
Perché ancora molti, di vertice e di base, non si lasciano plasmare da tali comportamenti, che sprigionano l’ odore di Dio?