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L’idolatria di se stesso

idolatriaViviamo oggi  in una sorta di sonnambulismo, che soffoca ogni respiro di apertura alle sorprese che l’altro, come in uno scrigno, nasconde in sé.

Ogni gesto o pensiero è puramente automatico, come se nascesse da un mondo indisponibile a qualsiasi  accoglienza, pago solo di se stesso.

Tutto viene centrato in  noi, in un girotondo che porta  sempre al medesimo  punto: io… io…  solamente io .

Una spirale di egoismo devastante, che rinserra cuore e mente nei soliti granai dell’autosufficienza.

Qui non c’è nulla o solo parvenze di umano, essendo  tutto, pensieri ed azioni, focalizzato  dall’unico obiettivo: l’idolatria di se stesso.

Il dolore di Cristo

Mai girerò le spalle al pianto della sofferenza.

Passerò sempre la frontiera e andrò là dove c’è

sempre qualcuno che aspetta una stretta di mano,

uno sguardo un sorriso un segno di vera umanità.

Andrò  là dove posso farmi contagiare dall’amore

nella visione di un mondo che brucia di miseria,

stravolto da ogni forma di stupido appannamento,

che vede più la dignità dell’animale che l’uomo.

Andrò mi fermerò indosserò il grembiule leggero,

servirò,modulando l’arpa della bontà, che mostra

come un uomo si riconcilia con l’altro,cercando

nella favela dell’abbandono il dolore di Cristo

 

È difficile fare il cristiano

È veramente difficile fare il cristiano, anche se a parole é possibile seguire Cristo, parlare di Lui, ostentare la fede.

Nella realtà non si può negare che ogni respiro della società freme aspirazioni diverse,  quasi sempre lanciate a raccogliere frutti di piacere o di guadagno.

Le parole chiavi che racchiudono il profilo vero del cristiano:rinnegare se stesso, prendere la propria croce, perdere la vita per il Vangelo, oggi non trovano spazi concreti, essendo un po’ tutti sedotti dalla cultura delle cose,  dalla frenesia delle apparenze.

Eppure, Gesù non parla inutilmente;  anzi, per dare consistenza alle sue parole, le realizza prima nella sua persona.

Si svuota di Sè, si annienta per riempire ed arricchire gli altri,  i quali poco o  nulla fanno per uscire dallo scrigno dell’ io e vedersi nella povertà degli ultimi, che gemono sotto il peso della croce.

Purtroppo, per molti cristiani è più facile predicare la croce da imporre agli altri, che prendere la propria in conversazione con Cristo.

Il prodigio dell’amore

prodTu parli ogni giorno,ma non è facile

vedere o osservare la tua Parola,che

spesso perdo nelle tenebre del cuore

o evito per non lasciarmi trafiggere

e benchè la bellezza delle cose viva

della tua benevolenza e Tu t’affacci

in esse come Signore,dandomi barlumi

di Presenza,io sfuggo il Tuo respiro

che però all’improvviso mi circuisce

regalandomi nuovi scatti di speranza

con cui,pur nelle tenebre,tendo mani

e occhi che piegano il cielo e fanno

rinascere le labbra in una preghiera

che mi rivela il prodigio dell’amore

che Tu,con una scia di eventi parole

scrivi ovunque,indicando il tuo Nome

Apparire o essere?

Non si può negare che per molti di noi spesso l’ essere si risolve nell’ apparire.
Ed oggi, più di ieri, il gusto dell’ apparenza e dell’esteriorità  domina il nostro modo di interagire.
Troppe sono le onde della finzione, che ci trascinano nel mondo di ciò che non siamo, dove facilmente finiamo per mentire a noi stessi.
In questa confusione ” ognuno – come diceva il Machiavelli – vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sei”.
Salta così ogni scala di valori e tutto, persone e cose, vale per ciò che sembra e non per la verità  che ha in sè.
Anzi ci siamo talmente assuefatti ad apparire, ad indossare sagome di circostanza, che a volte non riusciamo a distinguere quanto fa parte della maschera e quanto della nostra vera natura.
Scivolati un pò tutti in questa ragnatela di maschere, non doniamo più ciò che siamo, ma vendiamo soltanto ciò che sembriamo con un frasario commerciale, che non disdegna la stessa espropriazione di se stesso.

Eternità

Ciò che mi affascina è l’eternità

che porto in me:anche se il tempo

la sfiora o la cala in una coltre

di oblio, è sempre là nel bagliore

della bellezza come ultimo riposo

all’insonnia che il tempo produce

 

Le ali della grazia

Solo quando apri gli occhi e guardi l’orizzonte dell’Eternità, tu riesci a smascherare le false certezze, riposte nella cultura del benessere e del denaro,  e  puoi sentire il peso delle responsabilità al cospetto di una vita, che non cammina, ma corre verso il suo vero destino.

” Quale vantaggio – dice Gesù – avrà l’uomo,  se guadagnerà il mondo intero e poi perderà la propria vita?  O che cosa l’ uomo potrà dare in cambio della propria  vita?”.

Per te non sono queste delle domande scioccanti e brucianti, che penetrano in profondità ed aprono il sipario della  fugacità e della fragilità delle cose?

Non ti spingono ad allargare il pensiero oltre il visibile,  per porti come mendicante alla ricerca di Dio?

Ebbene, se non ti risvegli ed esci dal letargo di ciò che é debole,  la vita non é diversa da quella di un uccello, che, avendo subito il taglio delle ali, può solo camminare, ma non volare.

E non volerà mai, finché non  ricresceranno le ali della sua grazia.

Ad occhi spenti

Al cospetto della sofferenza,che incide
ogni pensiero,la vita quasi si scompone
però vedendomi dentro,là ove tutto tace
trovo che niente mi rimane,se non aliti
d’eternità,che,per quanto tremanti,sono
le uniche orme sottili,che mi schiudono
cammini desideri diversi,mi fanno udire
che la vita,se non vibra in alto,aldilà
di ciò che la limita,è penosa scivolata
ad occhi spenti nell’amara disperazione

Fede parlante

Non è  l’ apparenza che genera la sequela a Cristo né  la ricchezza delle parole,
che le labbra sciolgono come ingredienti dell’ esteriorità.
Ciò che segna la via e traccia il cammino da seguire è  la semplicità di chi crede;
è  la gioia che promana dal  cuore, capace di contagiare chiunque;
è  la testimonianza con cui trasforma in vita la volontà di Dio.

Penetra il cuore

AMOPenetra il cuore e scoprirai la verità di ciò che sei.
Non più crocevia di apparenza per passaggi di falsità,
ma strada pianeggiante per cammini senza maschera.
Libero farai brillare gli occhi della mente  che sorride,
accoglierai il desiderio di una mano tesa,  di un volto
che piange e con gioia cederai alla bellezza dell’ anima.