Categoria: Fede

Venerdi Santo Via Crucis

sepolIn un contesto  di profonda  meditazione, avvolto da un silenzio  penetrante, è  stata celebrata la Via Crucis, durante la quale  tutti hanno ripercorso la vera storia di Gesù, che  alla cattiveria dell’ uomo  risponde con la parola della Croce.

Una parola che è  amore, misericordia, perdono.

Nell’ascolto delle 14 stazioni, segnate da immagini  di forte intensità, ognuno  ha cercato nel  dramma di Cristo il suo ruolo: protagonista, comparsa o semplice servo, tutti  hanno sentito di aver contribuito alla tragedia dell’Amore, che si sacrifica per l’ umanità.

E, nello stesso tempo, tutti  hanno provato dolore  per  tanta ostinazione, ancora presente, nel credere che la realtà si riduca solo al visibile, determinando cosi una distanza da Dio, nella quale molti si vedono orfani , chiusi nel barattolo delle proprie idee, incapaci di gustare la fetta più prelibata della vita: l’amore di Dio, quale Padre.

Ebbene, sin dall’inizio del cammino verso il Calvario  ognuno ha rivissuto  l’ innocenza di Gesù  e  la colpevolezza dell’uomo di ieri e di oggi, e, quindi, la propria colpevolezza.

Ecco perché questa storia continua ad interpellare ognuno, perché  chi più chi meno  continua  ad essere presente  in quel dramma, restando sul palcoscenico come protagonista, comparsa o semplice servo  della cattiveria, non disdegnando di schiaffeggiare Gesù come appunto fece quel servo, durante il processo, solo per ingraziarsi il sommo sacerdote, il padrone di turno del nostro quotidiano.

 

Giovedì Santo: ore 19,00

Oggi inizia il Triduo pasquale.

Oggi Giovedì Santo ore 19,00

In questo giorno si celebra l’ istituzione dell’ eucaristia fatta da Gesù durante la cena di commiato, alla vigilia della  passione.
E’ il suo testamento d’ amore, a cui vanno collegati altri aspetti fondamentali, quali l’ amore fraterno e il sacerdozio ministeriale.
Solo l’ evangelista Giovanni non racconta tale istituzione nell’ ultima cena.
Al suo posto e come preludio al congedo, pone la lavanda dei piedi, un gesto certamente legato all’ eucaristia, essendo anch’ esso segno dell’ amore e della donazione di Gesù.
Infatti, quello di Gesù non è  un gesto di circostanza, ma di servizio incondizionato in linea con l’ umiliazione e l’ abbassamento; è  un gesto che riassume tutta la sua vita, vissuta sull’ amore per il Padre e per l’ uomo.
Proprio per questi due gesti, eucaristia e lavanda dei piedi, Egli chiede continuità ai suoi discepoli:”… come ho fatto io, fate anche voi”; “Fate questo in memoria di me”.
Questo amore di Gesù non si limita solo alle parole e neanche ai segni: eucaristia e lavanda dei piedi, ma va oltre.
Egli passa all’ azione.
Ed è  proprio a partire da questi esempi personali di donazione,  che culminerà nella passione e morte, che acquista forza la sua parola e lo stesso invito a seguirlo.
Pertanto, nessun discepolo di Cristo può celebrare il giovedì santo senza amore fraterno.

Invece, è  sempre e dovunque giovedì santo ogni volta che un discepolo di Cristo ama suo fratello, ascolta e vive il suo grido di aiuto, è solidale con lui, gli apre il cuore con gesti concreti di sostegno e di riconciliazione.
Purtroppo, ogni giorno la vita pone costantemente ad ognuno la stessa alternativa: o donare se stesso per l’ altro, come ha fatto Gesù; o vendere l’ altro, in una ragnatela di interessi, come Giuda.

Il vero cristiano non può non seguire la strada di Cristo, osservando il mandato dell’ amore fraterno attraverso il servizio al fratello e l’ oblio di se stesso.

A MARGHERITA HAK

Amica di tante stelle,mai volle cercare né

conoscere la sua Stella;volò anche in alto

posandosi come fata sulle luci più lontane

ma non scorse la Stella madre,che le fissò

al cielo,per schiarire di notte l’oscurità

Penetrò il visibile celeste,bello intarsio

di mistero che apriva con le chiavi dorate

della sua scienza,ma non tentò di guardare

oltre se stessa,convinta d’essere un atomo

che alla fine sarebbe tornato al suo mondo

Mai varcò la soglia di ciò che contemplava

amava incontrarsi con qualsiasi cosa,nuova

o vecchia,presa dal fascino della bellezza

ma eluse sempre d’incontrare la Stella,che

l’avrebbe guidata alla scoperta dell’Oltre

 

Il fascino di Maria

 

Tu credi di vivere senza Dio

ma Dio non vive senza te:Lui

non smette di cercarti,anche

se l’abisso del peccato apre

il sipario delle tue tenebre

Anzi,proprio quando avanzano

per soffocarti nell’oscurità

Lui ti mostra strade di luce

segni di benevolenza,d’amore

che segnano rotte di ritorno

Sì,perchè diversamente da te

facile preda d’infedeltà,Dio

rimane saldo nel suo amore e

lo vive sempre,con lo stesso

entusiasmo di quando ti creò

Mai ti lascia in balia di te

attaccato solo ai tuoi sogni

ti precede dovunque,gettando

semi che vedi germogliare là

ove puoi sentire la sua Voce

Voce che grida e t’interroga

senza mai rimproverarti,solo

perdonandoti e amandoti così

come sei,bambino nelle fasce

delle colpe d’eredità antica

Sappi che Dio ha scritto una

storia grande per noi,per te

quella della salvezza,la cui

meta riceve gloria dal legno

della croce,trono del Figlio

E’ una storia vera che inizia

nella genesi,quando Eva cede

alla tentazione del serpente

e cade con Adamo nel peccato

rompendo ogni legame con Lui

In questo momento ti saresti

aspettato per i nostri Padri

un castigo solenne,invece no

Dio apre disegni di salvezza

per rivederli nel Suo futuro

Così,annuncia la prima Buona

Novella,rivelando a noi,a te

che,sin dalle origini,ognuno

benché colpevole,avrà sempre

possibilità di ritorno a Lui

Adesso vedi con quanta forza

dove certamente puoi leggere

dolore per quanto accaduto e

amore ancora per chi è vinto

Dio bolla il serpente antico

Io porrò inimicizia tra te e

la donna,tra la tua stirpe e

la sua stirpe;questa,atto di

amore,ti schiaccerà la testa

tu le insidierai il calcagno

Secondo te non è follia vera

questo modo di essere di Dio?

Ti prospetta la vita,proprio

quando lo tradisci;ti mostra

paternità,quando lo rinneghi

E poi che cosa altro Egli fa?

Annuncia una Donna nuova che

irrompe nella storia,alleata

perfetta di Dio,a differenza

di Eva,travolta dal serpente

Ora vorrei farti comprendere

l’identità vera e il fascino

di questa Donna,che si eleva

Unica nel progetto salvifico

modello di fede e di umanità

Il testo della genesi non dà

il suo nome,però preannuncia

che Essa è voluta da Dio,che

sarà in guerra contro Satana

su cui vincerà la sua stirpe

Tu nella Bibbia puoi trovare

tante donne,anche importanti

ma nessuna è stata associata

all’opera di salvezza divina

cosi come è per questa Donna

In Lei il nuovo Testamento e

la Tradizione vedono Maria e

riconoscono nella“sua stirpe”

il Figlio,Gesù,che trionferà

invitto sul potere di Satana

E in Maria preservata da Dio

plasmata dallo Spirito santo

vive l’inimicizia annunciata

irriducibile tra il serpente

e la donna,sentita nuova Eva

E che dire del profeta Isaia

che alla scelta del re Achaz

di cercare la protezione non

in Dio,ma nei soccorsi umani

pronuncia il celebre oracolo?

Ecco:una vergine concepirà e

partorirà un figlio,che sarà

chiamato l’Emmanuele:nascita

prodigiosa,dove la vergine è

la madre unita al figlio suo

Un figlio destinato al regno

quello messianico,ove grande

è il ruolo della Madre visto

nel mistero del Verbo,venuto

tra di noi tramite il suo Si

Un figlio che Isaia chiamerà

Consigliere ammirabile,Padre

per sempre,Dio potente,della

pace Principe:qualità regali

che esaltano certo il figlio

Ma scendono pure sulla donna

che l’ha concepito,partorito

e la cui maternità verginale

il Nuovo Testamento la trova

compiuta nel grembo di Maria

Sappi che nella Bibbia tutte

le maternità hanno origine e

trovano conferma nel Signore

Così quella di Sara è frutto

solo della bontà vera di Dio

E quante donne sono liberate

dalla sterilità ed allietate

da Dio con il dono dei figli?

Pensi a Rachele che Dio rese

madre con il figlio Giuseppe

O alla moglie di Manoach che

sente dall’angelo l’annuncio

che avrebbe generato Sansone

o ad Anna,che genera Samuele

e lo dà in cambio al Signore

Che pensare del ruolo svolto

da Rebecca sull’eredità data

a Giacobbe,il figlio piccolo

che Dio sceglie come pastore

e guida del popolo d’Israele?

Sono esempi di donne sterili

sulle quali Dio,intervenendo

e rendendole feconde,prepara

la fede in Colei che vergine

darà alla luce il Figlio Suo

Non è forse opportuno per te

che poco o nulla sai di tale

storia,iniziare a penetrarne

il mistero,ove puoi scoprire

la sua importanza e bellezza?

E soprattutto tu puoi capire

come Maria,pensata da sempre

da Dio come sua privilegiata

è destinata Madre del Figlio

ed in Lui Madre di Dio e tua?

Certo,i Vangeli danno notizie

scarse sulla persona di Maria

dati importanti però li trovi

nel Vangelo dell’infanzia,ove

Luca apre reali spazi di vita

Qui,tu puoi rivivere racconti

infiniti,come l’Annunciazione

e la Visitazione e la nascita

di Gesù;pure la presentazione

al tempio,il suo ritrovamento

Sono accadimenti che rivelano

come la vita di Maria s’elevi

all’ombra del Figlio,presenza

discreta pregnante di mistero

in una visione di luce divina

E da tali episodi tu constati

come la vita di Maria è tutta

informata dalla Parola di Dio

che ascolta e accoglie e vive

in abbandono più totale a Dio

Nello stesso tempo,puoi anche

vedere come nella sua persona

c’è la convergenza tra antica

e nuova alleanza e come tante

speranze si realizzano in Lei

Pensi un po’all’Annunciazione

del Signore:non è il più vero

atto d’amore di Dio,che crede

malgrado tutto,in te,tanto da

incarnarsi e farsi uno di noi?

Qui tu registri come l’antica

alleanza cominciata sul Sinai

sfocia in quell’ultima eterna

evento dell’Annunciazione,ove

Dio decreta la Nuova Alleanza

Sì,un patto perfetto,che,Egli

incarnandosi,conclude tramite

Maria con l’umanità,facendoti

capire la profonda continuità

della sua Parola,ormai Realtà

Vedi che Dio non ti impone né

il suo amore né il Figlio suo

Nel rispetto della libertà ti

domanda di accoglierLo,perchè

possa salvare ognuno dal male

Ed è proprio a tale scopo che

parla a Maria per un incontro

personale con l’uomo,tanto da

chiedere di farsi uomo in Lei

Lui,Parola e Figlio del Padre

Alla base di tale incontro tu

vivi l’amore del Padre che dà

suo Figlio e l’amore di Maria

che Lo accoglie con il suo sì

segnando il cammino verso Dio

Maria accetta di essere madre

certa che nulla è impossibile

a Dio e lega la Sua alla vita

di Gesù,suo Figlio,nell’unico

patto d’amore,per la salvezza

La risposta:”non conosco uomo”

alla proposta dall’alto,rende

Maria più Donna e più Madre,e

La dispone allo Spirito Santo

a Cui libera dice il suo fiat

E come Gesù è venuto in mezzo

a noi per compiere la volontà

di Dio,anche Maria dicendo”Sì”

diventa lo specchio di questa

Volontà,ove tu misuri la fede

Quella,che facendo eco sempre

alle parole di Dio,s’annienta

nella vita,fino ad  inserirti

nella storia della salvezza e

farti pronunciare il tuo fiat

Nell”Avvenga di me quello che

hai detto”,Maria ha impegnato

tutti,pure te,a ricevere Gesù

Perciò,che cosa può augurarsi

se non che pronunci il tuo Sì?

Un Sì libero,vero come il Suo

di fede e d’obbedienza,che La

consacra alla persona di Gesù

L’associa all’opera salvifica

con un legame indistruttibile

Ma tu comprendi che Lei,Maria

con il suo“Sì”ha mutato sorti

e destino dell’umanità e t’ha

aperto il sipario di una vita

nuova,facendoti figlio di Dio?

Che cosa sarebbe stato di noi

s’avesse respinto la proposta

del suo Creatore?Dove saremmo

approdati,se non nelle sabbie

pesanti,senza respiro di vita?

Invece,il fatto che si lascia

affascinare da Dio,La impegna

in una vocazione meravigliosa

che L’orienta verso l’umanità

da salvare in Gesù,suo Figlio

E partendo dall’Annunciazione

tu segni che la vita di Maria

scorre legata al Figlio,tanto

che i misteri di Gesù vengono

sempre meditati insieme a Lei

Se tu m’ascolti,puoi renderti

conto di quanto amore materno

ti sei privato,quante carezze

hai perduto e perché il cuore

tuo è così distaccato da Gesù

Ricordati:è impossibile udire

il respiro del Figlio,gustare

il Suo amore,accoglierLo così

come è,senza che Maria tracci

la via per poterLo incontrare

Ma tu riesci a capire ciò che

dico o credi che sia racconto

di pia devozione?Forse è bene

che ti presento alcuni tratti

di Maria,nuova figlia di Sion

Sin dal saluto dell’Angelo tu

vedi in Lei la rappresentante

dell’umanità,coinvolta a dare

il consenso alla incarnazione

del Figlio di Dio nella gioia

”Rallegrati,o piena di grazia

il Signore è con te”.E’saluto

e invito alla gioia,che evoca

l’oracolo di Sofonia:”Gioisci

figlia di Sion,esulta Israele”

Come nuova figlia di Sion,Lei

Maria è la Vergine della viva

Alleanza che Dio stabilisce e

rafforza con l’intera umanità

nel progetto d’amore sponsale

Lei è la Piena di grazia,nome

che possiede agl’occhi di Dio

dono fatto da Lui,che designa

l’immagine di grazia duratura

perfetta,che implica pienezza

Permeata dalla grazia,è anche

santificata,tanto che i Padri

della Chiesa chiamavano Maria

Tutta Santa,avendo lo Spirito

Santo Lei plasmata,resa nuova

Secondo te poteva avere,Colei

che fu destinata Madre di Dio

un’origine non perfetta e non

del tutto santa?Certamente,no

Dall’inizio della vita è pura

Riportandosi alla sua nascita

che udiva santa e tutta bella

senza macchia,Theoteknos dice:

”Nasce come i cherubini Colei

ch’è di un’argilla immacolata”

Impastata dall’artista divino

neppure per un istante fu Lei

Maria sotto i poteri del male

anzi,da esso preservata,icona

si mostra di perfetta santità

Grazia singolare e privilegio

di Dio mai ad altri fu donato

Solo a Lei:a causa dei meriti

di Gesù,fu preservata da ogni

macchia della colpa originale

Tale preservazione fu un dono

divino gratuito che Lei,Maria

ottenne sin dal primo momento

della sua esistenza:così,Gesù

è vero redentore di sua Madre

E la Chiesa esalta in Lei,tra

gli infiniti e fecondi frutti

generati dall’opera redentiva

“il frutto più eccellente”che

Dio poteva pensare,realizzare

Ma tu mi sembri tanto lontano

da ciò che dico:non comprendi

o non credi reale tale verità?

Ti ribadisco che a Dio niente

è impossibile e tutto può far

Se rifletti,scoprirai che già

chiamando Lei“piena di grazia”

l’angelo le dà una perfezione

permanente,una santità totale

vissuta durante tutta la vita

Bello è ciò che dice Agostino

quando spiega l’Annunciazione:

“L’angelo annunzia,la Vergine

ascolta,crede e concepisce”.E

che pensi di tal atto di fede?

Non ti ricorda l’atto di fede

di Abramo che,credendo in Dio

diventa capostipite di grande

posterità?E Maria,accogliendo

Gesù,non diviene nostra Madre?

Come Mosè,così Maria risponde

a Dio,proclamandosi sua serva

Nell’Antico Testamento tu sai

chi sono servi?Quelli che Dio

invia a formare il Suo popolo

Un popolo guidato al servizio

del Signore,così come tu vedi

Maria,intenta a realizzare in

modo perfetto il servizio che

Dio attende dal popolo intero

E dicendosi serva,preannuncia

Maria ciò che Gesù dirà di Sè

”Il Figlio dell’uomo è venuto

per servire e dare la vita in

riscatto per molti”:che amore!

Tra Madre e figlio lo Spirito

Santo crea una vera comunione

che permette a Maria per Gesù

di svolgere il ruolo di madre

anche nella missione di servi

Anzi,Maria anticipa,prefigura

facendosi serva,quel che farà

Gesù:”Mio cibo è fare volontà

del Padre che mi ha mandato e

compiere la sua opera”tra noi

Certo,tu ti meravigli che Lei

Maria,conosca le Scritture,ma

Lei è figlia di un popolo che

Le vive intensamente,pertanto

L’aiutano ad attuare il Patto

Anzi proprio perché si lascia

penetrare dalla Parola di Dio

può diventare Madre del Verbo

Parola incarnata che Lei vive

come sua unica legge d’essere

E con tutto il suo essere Lei

vi aderisce,facendo della sua

esistenza un libero,esclusivo

perenne Fiat a Dio,diventando

vera casa della Parola di Dio

Parola che accoglie,la fa sua

la custodisce.Anche se non la

comprende,entra nel suo cuore

ove attenta gusta la bellezza

sia quando si dilata che esce

Così Lei non trattiene per sé

la Parola che vede,ma si pone

subito in cammino per donarla

e per annunciarla a chi sente

in cuore fame,come Elisabetta

Nel mistero della Visitazione

ad Elisabetta,Maria prefigura

la missione di Gesù e diventa

il modello di chi s’incammina

per portare la luce di Cristo

Pensi per un attimo al soffio

di questo incontro:Elisabetta

appena ode il saluto di Maria

le sussulta nel grembo il suo

bambino;poi anche Lei gioisce

E piena di Spirito Santo,vede

la grandezza di Maria,gridata

da lei“benedetta fra le donne”

a causa del frutto del grembo

suo,Gesù,il Messia annunciato

Poi,La chiama“beata”additando

il motivo di tale beatitudine

nella sua fede:”E beata Colei

che ha creduto nel compimento

delle parole del Signore”Amen

E che dire del”magnificat”ove

Maria celebra Dio per i gesti

d’amore e di potenza compiuti

in Lei,che viene scelta Madre

del suo Figlio e dell’umanità?

Non rivela qui la familiarità

che Ella con la Parola di Dio

ha,fino a sentirsi a casa sua?

Non sono i suoi pensieri come

quelli di Dio,così le sue vie?

Magnificando il Signore,Maria

scopre e ti fa scoprire molto

bene l’operare misericordioso

di Dio,che la fa beata,perchè

ebbe fiducia nelle Sue parole

Al Signore potente e paziente

esaltato per la sua grandezza

Maria esprime la sua umiltà e

miseria,sentendosi in Lui,che

vede ormai come suo salvatore

Poi,spiega il motivo di tanta

gioia,dovuto alle grandi cose

fatte in Lei dall’Onnipotente

Dio a cui nulla è impossibile

il Misericordioso che perdona

Dopo che Maria gioisce in Dio

gioia che coinvolge il popolo

tutto,che quale figlia eletta

rappresenta,Lei ci fa scoprir

l’agire diverso tra Dio e noi

Come cadono i nostri progetti

nonostante gli impegni decisi

e come vanno avanti i disegni

di Dio,che si lascia attrarre

solo dall’umiltà del tuo cuor

Davanti a Lui non vale quello

che è forte o grande,ma tutto

ciò che è disprezzato,reietto

ignobile,povero:Egli rovescia

ogni giudizio,colma gli umili

Questo modo di pensare di Dio

che capovolge i criteri umani

manifesta in Maria il Modello

In Lei Dio allarga la potenza

del braccio,rendendola grande

Lei si presenta come creatura

disarmata,curva davanti a Dio

disponibile ai suoi disegni e

soprattutto in totale fiducia

argilla docile nelle Sue mani

Con Lei nasce e si costruisce

una storia diversa,perché più

umana e divina,dove Dio cerca

sempre di far trionfare umili

deboli secondo il suo disegno

L’umiltà di Maria non afferma

forse che Dio guida la storia

con la Kenosi del Figlio,Gesù?

Lei stessa non si è abbassata

tanto,da essere vero prodigio?

Tu hai mai udito che con Gesù

Maria disegna la nuova storia

quella che soltanto gli umili

sanno costruire,non i potenti

lesi nella superbia del cuore?

Da ciò che scrivo,tu consegui

che il Dio che salva,non puoi

separarLo dall’amore di cuore

che Egli nutre per i poveri

gli ultimi,che Maria proclama

Che dirti della presentazione

di Gesù al Tempio,dove rivela

dietro la povertà dei colombi

il dono dell’Agnello vero,che

redimerà un giorno la umanità?

Nel cantico di Simeone tu non

scorgi la speranza di Israele

che si incontra con il Messia?

E che dire di Maria che offre

il Bambino al vecchio Simeone?

Qui si apre la via del dolore

lungo la quale Simeone scopre

in Gesù rovina e risurrezione

di molti in Israele e predice

che la spada trafiggerà Maria

Parole misteriose che svelano

una prova di forte sofferenza

che L’affiancano al destino e

alla passione del Figlio Gesù

entrambi uniti nel sacrificio

Parole che enucleano il ruolo

di Maria nell’opera redentiva

e fanno capire che Lei è pure

Figlia di Sion,posta a fianco

a Gesù da Dio in pieno dolore

E che pensi di Gesù perduto e

ritrovato nel Tempio?Non pare

che voglia separarsi dai suoi

per fare la volontà del Padre

schiudere così il Suo mistero?

Alla Madre che dice”tuo padre”

designando Giuseppe,il Figlio

risponde”Mio Padre”intendendo

il Padre celeste,a cui dedica

Se stesso,a cui deve guardare

“Voi non sapevate che io devo

dedicarmi alle cose del Padre

mio?”Non è questo un richiamo

a Maria e Giuseppe a superare

il visibile e ad andare oltre?

E Maria va oltre,tanto è vero

che”serbava tutte queste cose

nel suo cuore”,meditando ogni

evento in silenzio e offrendo

nello spirito a Dio il suo ”Si”

Offerta che appare sempre più

piena,man mano che Lei supera

il suo ruolo naturale materno

per collaborare alla missione

del Figlio,che segue il Padre

In questo episodio,che sembra

un rifiuto all’ansia di Maria

Gesù inizia a rivelare il suo

mistero:identità e l’intimità

con il Padre,ove vive e opera

Ora tu puoi sentire come Gesù

chiama a Sé la Madre:non sarà

più soltanto Colei che genera

Lui,ma la Donna che,obbedendo

al Padre,si dona a suo Figlio

Cosi,nella visione di ciò che

avviene nelle mura domestiche

Maria cerca di capire il vero

mistero di suo Figlio e spera

attendendo da Dio la promessa

Ambiente di crescita,speranza

la casa a Nazaret si fa luogo

ove vien preparato l’annuncio

del Vangelo della carità,pure

stando nel mistero quotidiano

E qui ti vorrei ricordare ciò

che accade alle nozze di Cana

ove leggi il primo intervento

di Maria nella vita di Gesù e

la presenza alla Sua missione

“Fu invitato alle nozze anche

Gesù con i discepoli”.Risalta

qui l’importanza di Maria che

introduce il Figlio,a cui poi

Ella dice:”Non hanno più vino”

Nell’Annunciazione Maria dice

Sì e contribuisce,senza vedere,

alla nascita di Gesù,ora pure

nei veli,Lei provoca un segno

che trasforma l’acqua in vino

Che coraggio di fede è quello

di Maria:Ella,pur sapendo che

Gesù,fino ad allora non aveva

fatto alcun miracolo,s’affida

a Lui,ottenendo tale prodigio!

Sembrano un rifiuto le parole

di Gesù alla madre:“che ho da

fare con te,o Donna?”.Ma esse

trascendono il ruolo naturale

di madre e guardano alla fede

“Fate quello che vi dirà”.Non

esalta forse la fiducia senza

esitazione che la Donna mette

in Gesù,che,di fronte all’Ora

non ancora giunta, L’asseconda?

Sì,è proprio la fede che vedi

premiata in Maria,di cui Gesù

riconosce il coraggio,tanto è

vero che fa riempiere d’acqua

le giare,operando il miracolo

Tu non leggi in tale episodio

lo stimolo a vibrare la forza

nella fede,a sperimentare ciò

che Gesù proclama:”chiedete e

vi sarà dato”o senti fantasie?

E non è forse Maria che rende

possibile il miracolo,essendo

intensa la fiducia nel Figlio

tanto da precedere nella fede

gl’apostoli,a cui dà sostegno?

Con le nozze di Cana comincia

Gesù la sua missione pubblica

e manifesta la potenza di Dio

Nello stesso tempo,tu osservi

forte il distacco dalla Madre

Puoi supporre che a volte Lei

abbia ascoltato Gesù;certo fu

a Nazaret nella sinagoga,dove

è stupita dalle Sue parole,ma

anche dalle minacce al Figlio

“Si levarono,lo cacciarono…lo

condussero fin sul ciglio del

monte,dove era posta la città

per gettarlo giù…Ma Egli andò

via,passando in mezzo ad essi”

L’ha ascoltato anche in altri

luoghi,come a Cafarnao,ove va

Gesù dopo Cana;e,in occasione

di Pasqua,nel Tempio,chiamato

da Gesù la casa del Padre suo

Ancora:è presente nella folla

allorchè Gesù,saputo dei suoi

replica:”mia madre,i fratelli

miei sono coloro che ascoltan

la parola di Dio,la praticano”

E qui Gesù fa un elogio bello

alla Madre,sottolineando alto

vincolo con Lei,che,ponendosi

in ascolto del Figlio,accetta

tutte le parole e le realizza

Così,pure seguendo da lontano

le vicende del Figlio,ne vive

il dramma nel vederLo oggetto

di rifiuto e incredulità.Vive

ogni dolore con ferma dignità

Condivide l’itinerario di suo

Figlio con vera disponibilità

dall’inizio del Fiat,passando

per le parole di Simeone,alla

vita pubblica sino alla croce

E qui fermati con me ai piedi

della croce,dove Maria soffre

profondamente con l’Unigenito

suo e s’associa al sacrificio

vittima unica da Lei generata

Giovanni dice:”Stavano presso

la croce di Gesù sua Madre,la

sorella di sua madre,Maria di

Cleofa e Maria di Magdala”.Tu

contempli un quadro di dolore

Autentico atto di amore,Maria

offre suo Figlio per te,tutti

noi;e come Lui,perdona coloro

che l’hanno crocifisso,sicura

di essere nel cuore del Padre

Sì,Ella certamente si associa

nella supplica a Gesù,dicendo

con Lui:”Perdonali,perché non

sanno quello che fanno”.Amore

d’abbandono completo al Padre

Secondo te,non s’agita in Lei

quanto diceva Gesù,che”doveva

molto soffrire……venire ucciso

e dopo tre giorni,risuscitare”

parole che generano un’attesa?

Quale?Sappi che nell’ora vera

drammatica del Calvario,Maria

è ritta sotto la croce e vede

nell’oscurità aprirsi la luce

della risurrezione del Figlio

Ai piedi della croce,allorchè

il sipario sembra sciogliersi

per sentire l’ultima speranza

tu gusti una vera rivelazione

la novella maternità di Maria

Infatti,Gesù,vedendo la madre

e lì accanto il discepolo che

amava,dice:”Donna,ecco il tuo

figlio!”Poi,dice al discepolo

”Ecco,la tua Madre!”Che segni!

Tu che pensi di queste parole?

Sono per te aneliti familiari

o effluvio di verità profonde

con cui il Crocifisso ti dona

vincoli diversi con sua Madre?

Sappi che la duplice consegna

di Gesù è un fatto importante

che permette di capire quanto

è grande nell’economia ultima

il ruolo tenuto dalla Vergine

“Ecco il tuo figlio!”. E’ prima

consegna,che non è tanto dare

la Madre a Giovanni,piuttosto

il discepolo a Maria,segnando

una diversa missione di madre

Il termine”donna”che Gesù usa

anche nelle nozze di Cana,non

esprime,com’allora,la volontà

di dar a Maria una dimensione

nuova del modo d’essere Madre?

E poi perché Gesù avrebbe,tra

tanti parenti,di cui Maria di

Cleofa,che era sotto la croce

assegnato la Madre a Giovanni

se non per un valore più alto?

Ti ricordo che Gesù pronuncia

queste parole,mentre si stava

ormai compiendo il sacrificio

di Sé,quasi ultimo testamento

a Maria nella opera salvifica

Un testamento che Le consegna

nel momento di dolore immenso

di Madre desolata,tutta presa

da Cristo,che la fa partecipe

dell’abbandono da Lui vissuto

Qui tu puoi capire come Maria

conclude il suo fiat,iniziato

nell’Annunciazione,culminante

sotto la croce,quando accetta

in Sè il nuovo ruolo di Madre

Qui sul calvario,Gesù,morente

per tutta l’umanità,manifesta

un ulteriore segno di offerta

ti fa dono della Madre,la sua

che diventa così nostra Madre

Una maternità universale vera

che ricorda Eva,madre di ogni

vivente,che schiude la strada

al male,a differenza di Maria

la nuova Eva,ferma a salvarci

Certamente sotto la croce Lei

mentre sente le parole ultime

di Gesù,intuisce il suo nuovo

rapporto materno e l’accoglie

con adesione al volere di Dio

Vedi che Gesù sulla croce non

grida la maternità universale

di Maria,ma afferma l’intenso

e personale suo rapporto vivo

con tutti i cristiani in fede

E consegnato Giovanni a Maria

Gesù dice al discepolo scelto

“Ecco la tua madre”,rivelando

sempre a Maria la più sublime

maternità:Lei,madre di ognuno

Ed esorta i discepoli ad aver

un atteggiamento di fiducia e

d’amore verso Maria,vedendola

loro madre,madre dei credenti

e accogliendola come Giovanni

Come tu vedi,la madre di Gesù

e il discepolo che Gesù amava

sono simboli collettivi:Maria

Donna rappresenta la Chiesa e

il discepolo,il vero credente

E,precisamente Maria è figura

della Chiesa nella sua chiara

funzione di Madre,la Comunità

cioè,ove i credenti in Cristo

si adunano,per udirne la Voce

Tu non leggi qui l’obbedienza

estrema di Maria,che rinuncia

a Gesù stesso come Figlio suo

e accoglie la salvata umanità

di cui il discepolo è simbolo?

Sappi che la Madre perde Gesù

suo Figlio,per colpa di altri

ma è pure Gesù che si sottrae

a Lei,chiedendoLe d’accettare

Lui risorto nel discepolo suo

Maria,desolata sotto la croce

per la perdita di Gesù,ancora

forte per stare in piedi,vera

Donna,Lo ritrova in se stessa

risorto e nei fratelli: Chiesa

E con il Risorto nel suo seno

Lei,Maria,la Desolata,estende

la sua maternità a tutti e la

dona,rendendo presente Cristo

il Risorto,in tutta l’umanità

Così,Lei è chiamata a sentire

a ritrovare Gesù nei credenti

in ognuno:”Ecco,il tuo figlio”

il dono infinito al discepolo

ai credenti:essere figli suoi

Ed essere figli veri di Maria

implica per i credenti essere

come Gesù;cioè,come se Cristo

dicesse a Maria che noi siamo

i nuovi figli da Lei generati

Non ricordi ciò che dice Gesù

quando esalta la Sua identità

con noi e in noi nella carità?

Non è forse vero che Lui è in

te,tu in Lui,se vivi come Lui?

E se sei come Lui,vivi in Lui

e Lui vive in te,è anche vera

straordinaria la Sua consegna

a Maria:”Ecco tuo figlio,Gesù”

riportandosi a noi,nuovi Gesù

Ora,tu mi potresti dire:ove è

Maria,dopo che Gesù è deposto

nel sepolcro?Perchè i Vangeli

danno apparizioni del Risorto

e non l’incontro con la Madre?

Maria vive in attesa con fede

si affida al Dio della vita e

dell’amore,sperando che tutte

le promesse si adempiano così

come Gesù aveva preannunciato

Poi non dimenticarti che Gesù

compare a“testimoni prescelti”

ma pure ad altri,come ricorda

Paolo”a più di cinquecento in

una sola volta”.Cosa dici ora?

Eppure,i Vangeli nulla dicono

di tale circostanza.Il che fa

pensare a tante altre visioni

non riferite.Si può escludere

da esse l’apparizione a Maria?

Certamente,no.Se non è citata

è solo per non dare ai nemici

della risurrezione di stimare

tale testimonianza non vera e

interessata,essendo familiare

E poi,non è credibile che Lui

Gesù,appare alle donne fedeli

presenti sotto la croce e non

prima a sua madre,la più vera

Lei,che serba integra la fede

Pare,quindi,proprio legittimo

ritenere che Maria,per la sua

perfetta unione con il Figlio

nella passione della Croce,fu

la prima persona a cui appare

Perché? Non era possibile che

Colei che aveva aperto la via

a Gesù per venire tra noi,non

avesse avuto contatto con Lui

risorto,per goderne la Pasqua

Ma non ti risulta incredibile

pensare il contrario?Presente

in tutti i momenti della vita

di Gesù,di dolore e di gaudio

poteva non godere del Risorto?

Ecco perché Sedulio manifesta

già dal quinto secolo,che Lui

Gesù,si fa presente per primo

alla Madre,testimone speciale

nella luce della vita risorta

Che dire di Maria in rapporto

allo Spirito Santo,che scende

sugli apostoli,mentre riuniti

erano con Lei nel Cenacolo?Tu

non L’odi invocare lo Spirito?

Lei,che nell’Annunciazione Lo

aveva già conosciuto ed udito

ricoprendoLa con la sua ombra

adesso può apprezzarLo meglio

disporre tutti ad accoglierLo

Qui,nel Cenacolo,in comunione

con gli apostoli,alcune donne

e i“fratelli”di Gesù,la Madre

del Signore invoca lo Spirito

Santo per Sé e per i presenti

Così,quell’effusione avvenuta

in previsione della maternità

divina,era giusto che venisse

rinnovata,ora che dalla croce

aveva avuto la nuova missione

Quella di essere Madre,sempre

aperta alle sorprese di Dio e

dello Spirito,per consolidare

la fede dei discepoli in Gesù

risorto,la loro testimonianza

Tu sai che nella incarnazione

è lo Spirito Santo che plasma

nel grembo verginale di Maria

il corpo di Gesù,nel cenacolo

invece,anima il Corpo Mistico

Nella Chiesa nascente guidata

illuminata dallo Spirito,Ella

Maria,dà ai discepoli ricordi

della vita di Gesù e rafforza

in essi la conoscenza,la fede

Non solo,ma con la intera sua

esistenza,Maria diventa icona

per tutti,di come si accoglie

la Parola,di come La si forma

di come la si espone al mondo

E pure,di come La si conserva

dentro sé,di come Le si crede

di come si diffonde la Parola

di come bisogna essere fedeli

di come bisogna testimoniarLa

Ora mi chiedi come Maria morì

se sperimentò il dramma morte

Ebbene,nulla dicono i Vangeli

Ma se Gesù è morto,si può dir

il contrario per la Madre sua?

Essere preservata dal peccato

originale non significa avere

ricevuto la immortalità:Maria

non è superiore al Figlio,che

prima è morto e poi è risorto

Associata all’opera redentiva

Ella condivide dolore e morte

E,quindi,per Lei vale ciò che

fu di Cristo,cioè,senza morte

non si può avere risurrezione

E per Lei la morte fu normale

Secondo te poteva nascondersi

una morte,giunta diversamente?

Aldilà di come avvenne,in Lei

si reputò come una“dormizione”

Il passaggio per Maria da qui

all’altra vita fu maturazione

di grazia nella gloria,evento

di amore che La unì al Figlio

per essere con Lui per sempre

Così,Maria,immune dalla colpa

originale,non poteva rimanere

come noi,nello stato di morte

e Lei,santa perfetta,meritava

d’essere glorificata con Gesù

Pertanto,Colei che Gesù volle

unita alla sua vita,all’opera

salvifica,doveva condividerne

anche il destino nell’anima e

nel corpo alla dimora celeste

Ora a cospetto di tanta beltà

e grandezza,è proprio normale

sentirLa Regina dell’universo

un titolo che Le fu conferito

dopo che è detta Madre di Dio

Vedi che Cristo è re non solo

perché Figlio di Dio,ma anche

perché nostro Redentore.Anche

Maria è Regina e perché Madre

di Dio e perché corredentrice

Come noti,Maria riveste ruolo

eccezionale nell’opera di Dio

e ha un rapporto geloso verso

la Chiesa,di cui Ella è madre

figura e modello d’imitazione

Occupa sì il posto più alto e

il più vicino a noi,ma è pure

considerata dal Concilio come

un membro della Chiesa,benché

sovreminente,per i doni avuti

Ecco che La vedi presente fin

dall’inizio nella comunità;tu

la odi,orante con i discepoli

invocare lo Spirito;partecipa

ascolta,vive la fractio panis

Madre dell’unigenito Figlio è

pure Madre della Comunità,che

è il Corpo mistico del Cristo

a cui,con amore ed obbedienza

al Padre,indica i primi passi

Inserita nella prima comunità

la madre di Gesù è rispettata

e venerata da tutti:sì,perché

ognuno conosce la sua dignità

Ella ha dato il figlio di Dio

Come membro sovreminente vive

un rapporto unico con tutte e

tre le persone divine:Padre e

Figlio e Spirito Santo,da cui

si lascia plasmare, illuminare

Maria è Madre del figlio,Gesù

è Figlia prediletta del Padre

è sposa dello Spirito Santo e

Suo tempio,legame che enuclea

l’intimità sua con la Trinità

Una tanta ricchezza L’innalza

veramente in alto,fino a fare

di Lei il luogo di presenza e

d’incarnazione della Parola e

abitazione d’agape trinitaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

QUARTA DOMENICA T.O. ANNO C

quarta Lo sfondo sotteso al brano evangelico di Luca è quello della sinagoga di Nazaret, ove Gesù attribuisce alla sua persona il passo del profeta Isaia, quello cioè, di “annunziare ai poveri un lieto messaggio, proclamare ai prigionieri la liberazione ed ai ciechi la vista, rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore”.  In altre parole, Gesù, rivendica per sé una missione profetica, una missione di salvezza e di liberazione. Egli proclama di essere l’inviato di Dio, il salvatore dell’umanità. Affermazioni provocatorie, pronunciate davanti ad un uditorio, che, benché stupito “delle parole di grazia che uscivano dalla bocca di Gesù”, è fortemente prevenuto nei suoi riguardi:”Non è Costui il Figlio di Giuseppe?”. Un interrogativo carico di ostilità, che nasce nella mente dei presenti, i quali, chiusi ad ogni tentativo di scalfire il mistero,  di andare, cioè, al di là di ciò che vedono, non riescono a conciliare le umili origini di Gesù con la sua dichiarata pretesa di essere colui nel quale “oggi si è adempiuta la Scrittura”.

Pertanto, non solo non sanno cogliere il mistero, che nell’agire di Gesù certamente si rivela; non solo ostentano indisponibilità a credere, ma ancora una volta cercano nella straordinarietà un dio a proprio piacimento:”quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, – dicono – nella tua patria!”.

C’è in essi una sorta di desiderio dello straordinario, del miracolo visto come manifestazione di stupore e non come motivo per credere e convertirsi. A tale concezione magica e taumaturgica Gesù si oppone senza mezzi termini: per Lui i miracoli non sono strumenti di successo o gesti propagandistici, ma espressione di amore, che compie liberamente dove vuole e per chi vuole. Del resto, non  c’è da meravigliarsi, soprattutto se si consideri che Dio, a causa della incredulità dei suoi, sceglie di compiere i prodigi, già nell’Antico Testamento, al di fuori della stessa Palestina. Così il profeta Elia si preoccupò di una vedova della regione fenicia, durante una terribile carestia, che aveva colpito anche la terra di Israele; ed il profeta Eliseo guarì dalla lebbra il generale Siro Naaman, quando in Israele molti ne erano afflitti. Per i cittadini di Nazaret, quello di Gesù è un linguaggio pesante. Per cui frustati ed incapaci di aprirsi alla fede ed alle sorprese divine; vogliosi di miracoli per loro uso e prestigio, in contrasto con i disegni di amore universale di Dio, gli diventano ostili, fino al tentativo di ucciderlo:”pieni di sdegno, si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte……, per gettarlo giù dal precipizio”. Purtroppo, quando la religione la si interpreta come un possesso personale e Dio come una realtà disponibile ai propri interessi, non c’è spazio per aprirsi alle esigenze sempre nuove ed imprevedibili di Dio. La vicenda di Nazaret, che riflette quella del profeta Geremia, narrata nella prima lettura, è un atto di accusa contro quelle forme di religiosità, a cui spesso ci attacchiamo, ma che appena vanno in crisi, rivelano il vero volto, quello della incredulità e dell’egoismo. Ma la parola di Dio non si spegne: dilata ed allarga i confini, per cui nuove vedove e nuovi lebbrosi alzano il capo ed aspettano lungo le strade il Signore che passa. A questo punto è opportuno domandarsi: noi ci lasciamo provocare dalle parole di Gesù, facendoci trasformare, o gli poniamo ipocrite condizioni come i cittadini di Nazaret? Parliamo contando sulla forza della verità e sull’aiuto che viene da Dio oppure restiamo prigionieri della nostra apparente religiosità?”.

Oggi più che mai, dobbiamo avere la forza profetica dello Spirito, se vogliamo riaffermare la modernità e la basilarità dei valori cristiani. Fermo restando che la testimonianza più forte è quella dell’amore, come ci ricorda San Paolo nella seconda lettura, dove, con parole sublimi, dice:”Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna”. E poi aggiunge:”Tre cose rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte, più grande è la carità”.

 

Mostrare le ragioni del credere

Riscoprire la bellezza della fede cristiana significa riandare continuamente al suo momento fontale che è l’incontro con il Signore Gesù nella Chiesa.

È dalla relazione intima con il suo Sposo che la Chiesa trova la forza per accettare la sfida della nuova evangelizzazione e per proporre continuamente la fede, dandone le ragioni, mostrandone il logos più profondo.

Ogni cristiano deve mostrare la ragionevolezza della propria fede, che egli ha scoperto come l’unica capace di illuminare realmente la propria esistenza. Deve mostrare le ragioni non sempre evidenti del proprio atto di fede, la ragionevolezza della Rivelazione di Dio in Cristo Gesù. Credere è bello, ma credere è anche ragionevole e la Rivelazione è affidabile; credere non è un atto illogico, irrazionale, non è sacrificio della ragione e dell’intelletto.

Dobbiamo testimoniare una “fede amica dell’intelligenza”. Questo significa essere adulti nella fede, cristiani capaci di mostrare la ragionevolezza del proprio credere, cristiani che non sono più – come dice Paolo nella Lettera agli Efesini – «fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina» (Ef 4, 14).

La luce della fede illumina il nostro orizzonte conoscitivo umano e ci fa riconoscere con occhi nuovi, gli occhi della fede, la verità di questa. La Chiesa non deve dimostrare la verità, né può pretendere di farlo, ma deve essere convincente e credibile e ciò accade solo se non distoglie lo sguardo dal suo Sposo e non smette di seguire Lui, il Signore, che è la via, la verità e la vita (Gv 14, 6), Lui l’unico testimone fedele e affidabile (Ap 1, 5; 3, 14).

A cura di don Agostino Porreca

Perchè annunci il Vangelo?

serQuando ci mettiamo in ascolto del Signore è come se si ridestasse in noi il bambino e/o la bambina che siamo stati un tempo e che, messo da parte l’imbarazzo, incalzano l’interlocutore con una serie di domande desiderosi soltanto che, i Suoi occhi non si separino mai dai nostri. In questo modo ci sentiamo investiti dalla possibilità di essere amati a dismisura da Colui che ci conosce meglio di quanto siamo disposti ad ammettere, ed è allora che avviene qualcosa di inspiegabile a parole: il ritmo del cuore è cadenzato da un’agitazione che dopotutto infonde una considerevole dose di entusiasmo, pungolati – come lo sono i più piccini – da un’inquietudine che non trova requie se non nella cauta e tranquillizzante risposta che riceveremo. Ognuno a suo modo può sperimentare questa cosa, a me è successo in un momento in cui il cuore ha sentito l’impellente necessità di restare per un po’ in silenzio, il luogo abitato per eccellenza dal Signore, e da quel preciso istante sono stata testimone di una conversazione all’insegna della tenerezza, che stava avendo luogo tra una bambina e suo padre. Notai subito la vivacità negli occhi della bambina, in particolare quando pronunciò queste parole:«Papà, secondo me, la figura del sacerdote non si discosta tanto da te, soprattutto se mi vede triste e cerca di calmarmi, oppure quando sa come fare per farmi ritornare il sorriso…Solo che tu hai la mamma, lui chi ha per consolarlo quando si sente triste?». – Ha tutti noi che siamo chiamati ad essere non solo a parole, ma anche con le buone azioni la sua famiglia lungo il cammino della fede!- rispose il padre. «Il punto quindi è questo: perché se sbaglio, se ho paura lui mi dimostra le stesse attenzioni che mi riservi tu, papà?» – È vero, tu non sei sua figlia ma sua sorella e, lui è tuo fratello, perciò non ti fa mancare la sua benevolenza! Dimmi la verità: perché vuoi annunciare il Vangelo?- E lei senza pensarci più di tanto:«Perché è la mia missione…Sento di essere nata per questo…È un dono che ho dentro! Grazie a te ho capito che, se voglio essere felice nella vita non devo più trascurarlo…Adesso so cosa devo fare…C’è ancora tanto da imparare, ma di questo non mi preoccupo se sto’ con te! Di me puoi fidarti, puoi svelare il tuo segreto, tu sei più del mio papà: sei Dio!!! L’ho capito dal modo in cui mi hai rivolto la parola, la tua voce è familiare melodia per la mia anima. Ti prego, tienimi vicino al Tuo cuore perché ti cercherò lì quando nessuno potrà capirmi…Tu non ti stanchi mai di me!».
A cura di Teresa Perillo

 

Epifania

 

 

Epifania è una parola greca che significa manifestazione: manifestazione non di qualcosa, ma di Qualcuno; e, precisamente, manifestazione  di Gesù come Figlio di Dio e Salvatore al cospetto del mondo intero.Le tre letture bibliche, con perfetta sintonia, evidenziano questo afflato universale di salvezza, manifestatasi agli uomini attraverso Cristo. Il quale non è venuto soltanto per Israele, ma per tutti.Cariche di significato sono le parole del salmo 71:”Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra”. Una visione universale del progetto salvifico di Dio che il profeta Isaia, nella prima lettura, esprime in maniera veramente stupenda.Egli descrive la gloria di Dio che risplende su Gerusalemme, la quale diventerà richiamo per tutti i popoli della terra. E lo fa con un linguaggio ricco di imperativi:”Alzati e rivestiti di luce……Alza gli occhi intorno e guarda”. Imperativi che compendiano un accorato invito agli Israeliti ad uscire dalla rassegnazione della sconfitta, a superare gli angusti spazi dei propri pensieri, per ammirare la grande luce, che brilla su Gerusalemme, verso la quale andranno uomini e donne di ogni lingua e nazione. E tutti saranno attratti dallo splendore di questa luce sia gli Israeliti che le nazioni straniere: entrambi accomunati in uno stesso cammino e diretti verso la città santa, la quale, più che risplendere di luce propria, brilla della luce che le viene da Dio.Ci troviamo davanti ad un contesto di vero universalismo salvifico, nel quale si contempla non un’umanità contrapposta, ma unita, senza distinzioni, chiamata alla luce.

Questo tema della salvezza universale  è ben sottolineato nella seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Efesini, nella quale Paolo proclama che il mistero di Dio, tenuto nascosto ed ora svelato, è il progetto di riunire in una sola famiglia, la nuova Gerusalemme che è la Chiesa, tutta l’umanità, essendo tutti, indistintamente, stati “chiamati in Cristo a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo”. La luce che unifica le membra di questo corpo è Cristo; il segno e lo strumento di tale riunificazione è la Chiesa, la quale, come comunità dei credenti, che si è lasciata invadere dalla luce, deve diventare annunzio gioioso del Cristo, centro di irradiazione di salvezza per tutti.

E qui  entriamo nel cuore del brano evangelico, nel quale il rincorrersi degli avvenimenti si arricchisce di profondi significati religiosi.Ebbene, la dimensione universale e missionaria della Chiesa, intrinseca alla venuta di Cristo fra di noi, è ben rappresentata dai Magi, la cui presenza costituisce un evento importante nella storia della salvezza, la quale con essi ,venuti da lontano, si dilata, coinvolgendo tutta l’umanità. Al di là del mistero che avvolge la loro identità personale, il luogo di provenienza e lo stesso numero, ciò che colpisce nel racconto dei Magi è il loro cammino di fede che, sotto la guida della stella, li conduce all’incontro con Cristo, luce delle genti.Quello dei Magi è un lungo e faticoso pellegrinare da Oriente ad Occidente fino all’ultimo traguardo: l’adorazione del Bambino Gesù, riconosciuto quale Messia e Salvatore universale.Purtroppo tale cammino si scontra con la incredulità di Erode e della città di Gerusalemme,che alla notizia della nascita del “Re dei Giudei”, cadono in un profondo turbamento.E qui l’evangelista Matteo ci permette di cogliere alcuni  tratti caratteristici della fisionomia di Cristo, il quale è sì un Dio venuto in mezzo a noi, ma la Sua persona è racchiusa in un contesto drammatico di contraddizione. Infatti, sulla sua strada non troviamo solo chi Lo cerca per adorarLo, come i Magi, ma anche chi Lo cerca per ucciderLo, come Erode.

Ricerca ed accoglienza da parte dei “lontani”, rappresentati dai Magi; indifferenza o rifiuto da parte dei “vicini”, rappresentati da Erode e Gerusalemme, delineano un tratto veramente sorprendente del volto del Messia: un volto cercato e rifiutato.Comportamenti contrastanti che ripropongono l’antico e sempre attuale problema della fede: questo dono che Dio fa ad ogni uomo, il quale però è libero di accettarlo o rifiutarlo.E questo è il grande mistero che attraversa la storia dell’umanità, sempre con la stessa forza dialettica, perché  – ricordatevi – chiunque incontra Cristo o l’adora o gli lancia pietre: non ci può essere alcuna via di mezzo. Chi l’adora diventa rivelazione di Dio attraverso la testimonianza della propria vita. Anzi, un vero incontro di fede si fa subito adorazione e contemplazione.Pensiamo per un attimo al  dono della fede, ricevuto dai Magi: esso divenne subito totale ed intelligente adesione al Messia, ma anche chiara testimonianza adorante, espressa con l’offerta dei propri doni: oro, incenso e mirra.Viceversa, chi lo rifiuta o gli lancia pietre rischia di entrare in un meccanismo disumano con la perdita di ogni valore, con la sopraffazione di ogni afflato religioso, morale e spirituale.Ebbene, noi credenti oggi, se vogliamo essere testimoni adoranti, abbiamo una sola via per cercare e mostrare il volto di Dio: cercarLo seguendo la via del bene e della verità; mostrarLo attraverso genuini atteggiamenti di carità e di pace, di giustizia e di perdono.

Maternità divina di Maria e Giornata della pace

All’inizio del nuovo anno siamo invitati a celebrare il mistero di Maria SS. Madre di Dio e la giornata mondiale della pace, voluta, sin dal 1968, dal Santo Padre Paolo VI°. Due circostanze liturgiche che si coinvolgono in maniera intensa e profonda, essendo la pace sbocciata proprio nel seno verginale di Maria: da Lei, infatti, è venuto a noi Cristo, il principe della pace.

Relativamente alla maternità divina, puntualizziamo che Maria è la Madre del Figlio secondo la natura umana. Non è madre del Dio unico in tre persone, ma è la Madre del Figlio, Gesù, che è Dio. Questa maternità rispetto al solo Figlio è la ragione sufficiente e completa perché Maria venga chiamata Madre di Dio.

Lei partecipa in silenzio e stupore al mistero di questo figlio, nato da Dio e che non riceve solo per sé, ma per l’intera umanità. Del resto, non c’è maternità che non sia anche un dono per gli altri.

Ed oggi, più che mai, dobbiamo meditare su questo dono di vita, di salvezza e di pace che Maria ha fatto al mondo intero, dandoci Cristo, Suo Figlio.

Ma per il cristiano questa giornata deve essere anche una giornata di preghiera e di impegno per seminare i germi della pace con la parola, con la persuasione, con la pratica stessa della pace.

Gesù insegna che la vera pace non si costruisce con le armi, ma con la riconciliazione dei cuori, con la difesa della giustizia, con il rispetto dei diritti dell’uomo.

La pace non è un regalo, o qualcosa che si può comprare, ma è la somma di tutti i valori umani e a Natale diventa la visibilità, la manifestazione del bene.

Per vivere la pace l’uomo deve disarmarsi, deve liberarsi di tutti i mali che lo tiranneggiano, lo rendono schiavo;in altre parole, deve diventare un uomo nuovo. Solo chi diventa un uomo nuovo, sarà un uomo di pace.

Ma come è possibile diventare uomini nuovi in questo contesto di società, coinvolta in uno smarrimento mentale, morale e religioso, dove tutto si misura sulle cose e nulla o poco sul valore della persona?

Come è possibile progettarsi come operatori di pace, quando in ogni angolo di strada si nasconde un prossimo che ti inganna, ti ruba, ti uccide?

Come è possibile proclamare la pace, quando venti inquietanti si addensano sul mondo che si configura ancora come uno scenario di morte e di desolazione, uno spettacolo di arrivismo e di compromesso, una follia di potere e di sangue?

La pace non è un proposito velleitario, non è un’utopia, ma è una realtà, un dovere, un’esperienza umana, un valore della persona aperta ai valori esistenziali del Vangelo. Essa si realizza là dove c’è un cuore che crede nella vita, che crede nell’amore. E finché al Dio della vita e dell’amore l’uomo risponde con il grido malinconico della morte e del disamore, non vi sarà la pace.

Finché Abele continua ad essere ucciso, trafitto dall’arroganza di Caino, artefice di morte, non si progetterà la pace.

Finché il demone della follia continuerà ad essere presente nel cuore delle madri, che uccidono i propri figli, impedendo loro di vedere la luce o nel cuore di tante persone che abbandonano i figli per semplici calici di nuovi egoismi sentimentali, non si può parlare di pace.

Finché il tarlo del denaro diventa usura a danno del prossimo, nel cuore dell’uomo ci sarà solo guerra. Né si creeranno serie promesse di pacificazione, se i detentori del potere continueranno a chiudere gli occhi di fronte al malessere di tanti giovani disoccupati, che avanzano senza speranze e senza certezze, in cammino verso un futuro senza approdo.

Neppure è possibile ipotizzare la pace, se lo spettacolo dei ricchi continua ad offendere le lacrime dei poveri o il calice della sofferenza continua ad essere bevuto da coloro che non hanno alcuna consistenza sociale.

Finché esiste questo contesto di precarietà, dove ogni cosa si misura sulla convenienza, la pace non si realizzerà mai. E non si realizzerà mai, se coloro che occupano posti di responsabilità istituzionale, politica e sociale, non diventeranno essi stessi uomini nuovi, puliti nella mente e nel cuore, impegnati a costruire seriamente il futuro per le nuove generazioni. Le quali non desiderano promesse inutili, ma vogliono chiarezza, trasparenza,  lavoro.

Vogliono una società più onesta, più umanizzata, nella quale per tutti dovrebbero esistere garanzie di libertà, di solidarietà, di occupazione.

L’anno nuovo, che iniziamo, sia per tutti una vera opportunità per gesti di pace e di autentica accoglienza dell’altro; un impegno responsabile a camminare nella luce dell’amore e della vita.

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO

   4 Le letture bibliche di questa IV^ domenica di avvento hanno lo scopo di guidarci ad un’attenta riflessione sul mistero di Cristo. Un mistero che, progettato da sempre per la nostra salvezza, viene rivelato nella pienezza dei tempi agli uomini. Giovanni nel suo vangelo scrive:”Dio, nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio Unigenito che è nel seno del Padre, Lui ce lo ha rivelato”. Gesù, venendo in mezzo a noi, ha reso visibile il volto di Dio. “E il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità”.     Il Verbo e la carne, la gloria divina e la sua tenda in mezzo a noi, configurano la vera identità divino – umana di Cristo. Il quale è veramente l’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio che si è fatto umano, il Dio che si è reso incontrabile. Nell’ultima Cena, l’apostolo Filippo si rivolge a Gesù, dicendogli:”Signore, tu parli spesso del Padre. Mostraci il Padre e ci basta”. E Gesù gli rispose:”Filippo da tanto tempo io sono con voi e voi non mi avete ancora conosciuto? Filippo, chi vede me, vede il Padre”. Con tale risposta veniamo introdotti nella “zona-limite” del mistero, rappresentata dall’autocoscienza di Cristo, nella quale Egli non ha alcun dubbio:”Il Padre è in me ed io nel Padre”. L’essenza del Cristianesimo è riconoscere in Gesù il volto del Padre. Pertanto, il mistero del Natale non deve fermarsi alla semplice contemplazione di Cristo, nostro fratello e salvatore, ma deve aprirsi alla scoperta e all’adorazione del Padre. E questo “mistero taciuto per secoli eterni” non viene svelato all’improvviso, ma è portato avanti con i segnali lungimiranti delle profezie. Nella prima lettura, ripresa dal secondo libro di Samuele, leggiamo la profezia di Natan, riguardante Davide, che, durante il suo regno, vorrebbe erigere un grandioso tempio al Signore in Gerusalemme. Ma prima di iniziare la costruzione, si confida con il Profeta, il quale, dopo aver pregato, gli dice che non sarà lui a fare un tempio al Signore; non sarà lui a fare una casa al Signore, ma il Signore farà per lui una casa, farà per lui una discendenza per sempre. Così il profeta Natan respinge l’idea di Davide della costruzione di un tempio di pietre; però gli assicura discendenza stabile, una casa fatta di pietre vive, ossia di persone. Il Messia, che nascerà dalla stirpe di Davide, darà un significato pieno al mistero dell’oracolo del Profeta Natan. Infatti, con la incarnazione del Verbo di Dio, la Vergine Maria diventa la santa dimora che Dio stesso sceglie per porre la sua tenda in mezzo a noi. Diventa simbolicamente la nuova Sion, nelle cui mura non c’è piu’ il tempio di pietra e di legno come quello salomonico, ma il tempio perfetto della carne di Cristo. Nel grembo di Sion, cantava il Profeta Sofonia, “il Signore Dio è presente e il Potente ci salverà” (3,14-17). Nel seno di Maria, la nuova Sion, il Signore crea il suo tempio per entrare in comunione con l’umanità. Cristo è questo nuovo “tempio” aperto a tutti, la cui costruzione inizia nel grembo stesso di Maria, diventato per nove mesi la dimora dello Spirito Santo. Ebbene, il brano evangelico di oggi, già incontrato nella solennità dell’Immacolata Concezione, pur presentandoci, ancora una volta, Maria come destinataria diretta del messaggio divino, ci permette di cogliere, alla luce dell’oracolo di Natan e della profezia di Isaia dell’Emmanuele, alcuni tratti di Cristo, ben compendiati nelle parole di Luca:”Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo Padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe ed il suo regno non avrà fine”. Sono parole cariche di mistero che convergono su Cristo e si riverberano su Maria, rappresentata dall’evangelista Luca, come luogo della presenza di Dio:”Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”. Il richiamo alla presenza misteriosa di Dio sotto forma di “nube”, prima nella tenda del deserto, poi nel tempio di Gerusalemme; ed ora incombente su Maria, che sta per generare il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo, vuole dimostrare che la nascita di Gesù risale soltanto ad un’iniziativa divina. Non solo, ma sta anche a simboleggiare che Maria è la nuova Sion, nella quale viene costruito il nuovo tempio di Dio, Gesù Cristo. Nel suo grembo verginale il mistero di salvezza, nascosto e taciuto per secoli eterni, grazie al suo “sì”, ora si rivela in pienezza. Vediamo così realizzata la profezia di Natan che capovolge i progetti di Davide e gli stessi progetti di Maria, sconosciuta fanciulla di Nazaret, che, liberamente ed incondizionatamente, aderisce al disegno dell’Altissimo. Vediamo come tutta la rivelazione punti decisamente verso Cristo, che Maria ci mostra quale unica “via” per giungere alla salvezza.  Pertanto, tutta la liturgia odierna è un invito a conoscere, a cercare, ad amare il volto di Cristo. Un uomo come tutti gli altri uomini, che nasconde in Sé l’Eternità.  Quell’Eternità che ha voluto  entrare nel tempo della storia, per elevare la pochezza della nostra finitudine  agli orizzonti di ciò che più non muore: la nostra eternità.