Molti credono che la Chiesa si mantiene solo per i suoi apparati burocratici o anche per talune modalità comportamentali di un certo clero, che spesso invece di testimoniare i frutti dell’ Unzione sacramentale ricevuta, ossia del sacerdozio, preferisce scivolare nelle untuosità delle mode, che a volte generano consensi, ma plasmano anche vesti di ridicolo:” La mondanità nella Chiesa – dice Papa Francesco – porta gli applausi, ma espone al ridicolo”.
Ed è veramente deprimente vedere gente di Chiesa trasformarsi in manichini televisivi in cerca di notorietà, senza mai parlare di Gesù. O addirittura sembrare delle farfalle in continuo movimento, senza mai darsi una vera identità umana e sacerdotale.
Eppure, nonostante tante miserie che schiudono pensosità ed incertezze e che spesso motivano allontanamenti e resistenze a lasciarsi abbracciare dal respiro di Dio, la Chiesa si permea di una autentica freschezza di fecondità, di una luce splendente, che Le viene non dagli uomini che la rappresentano, ma certamente dall’alto.
Infatti, in Essa c’è e vive un mistero di ricchezza, animato dallo Spirito Santo, che aleggia invisibilmente, guidandola e proteggendola da ogni tentativo interno ed esterno di inquinamento.
Certo, non si può sottacere che gli spazi di malessere si insinuano nel suo tessuto con più facilità rispetto a quelli del benessere spirituale, però non avranno mai il sopravvento, perché Gesù Cristo non può smentirsi:” Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.
Pertanto, possiamo anche macchiare di tanti nei la Chiesa, ma nessuno e tantomeno la presenza di preti untuosi o di farfalle La possono mettere in discussione.